L’intelligenza artificiale sta cambiando anche il turismo. Qual è, dunque, la soluzione per far crescere in questo contesto la competitività delle imprese turistiche italiane?

L’industria turistica italiana è un patrimonio di ‘biodiversità’, fatto per il 95% di micro e piccole imprese, dedite al ‘fare’ e poco inclini all’innovare ma, soprattutto, allo standardizzare e all’omologare, perché in gioco c’è la salvaguardia della propria identità locale. In questo contesto, l’inevitabile trasformazione dell’industria turistica in un business algoritmico accelererà la concentrazione della gestione dell’incoming nelle mani di poche piattaforme straniere (Booking, Expedia, Trivago, Airbnb) che oggi si limitano ad aggregare l’offerta, ma che si stanno già organizzando per raccogliere la quantità di dati necessaria ad alimentare sistemi di machine learning che permetteranno di offrire al cliente dei pacchetti turistici personalizzati e dinamici.
Qual è, dunque, la soluzione per far crescere in questo contesto la competitività delle imprese turistiche italiane?
La risposta è la creazione di un ecosistema digitale turistico che, grazie a processi di data confederation tra i diversi operatori, riesca innanzitutto a raccogliere una quantità di dati almeno pari a quella che saranno in grado di raccogliere le piattaforme succitate. Questo per migliorare l’esperienza turistica e facilitare l’efficacia della gestione delle risorse verso la massimizzazione della soddisfazione dei consumatori, senza trascurare l’aspetto della sostenibilità nel lungo periodo. Alla fine, l’obiettivo è abilitare il paradigma della destinazione turistica come algoritmo, rendendo il territorio italiano una smart destination.
L’ecosistema digitale turistico risulterà così strutturato: una ‘super intelligenza algoritmica’ distribuita, capace di generare nuovi contenuti specifici e ragionati ottenuti dalla aggregazione del patrimonio informativo messo a disposizione dai singoli operatori, accompagnata da servizi digitali (applicazioni) di altissimo contenuto e con livelli di user experience allo stato dell’arte della tecnologia, sia verso gli operatori che verso gli utenti-turisti (app, webapp, portali per assistere l’utente al meglio durante tutto il customer journey).
A tal fine, sarà necessario partire dalla progettazione dei connettori digitali (Api) che consentano la creazione di una iPasS (Integration platform as a service) e, quindi, la condivisione, elaborazione e fruizione di dati, informazioni, conoscenze, tecnologie e servizi digitali tra tutti gli attori dell’ecosistema: alberghi e ristoranti, agenzie di viaggi e di trasporto, provider tecnologici, ecc.
Fortune Italia
https://www.fortuneita.com/2022/03/07/turismo-e-ai-il-futuro-passa-dagli-algoritmi/