Presenze previste in crescita del 35%. «Dati buoni ma sono convinto che miglioreremo ancora», ha commentato il ministro Garavaglia
Poco più di 92 milioni di arrivi e quasi 343 milioni di presenze tra italiani e stranieri, con una crescita rispettivamente pari al 43% e al 35% rispetto al 2021. Sono le stime per il 2022 di un’indagine di Demoskopika che l’Ansa pubblica in anteprima in occasione della Bit, Borsa internazionale del turismo. Una tendenza in crescita, dunque, seppur ancora lontana dallo scenario del 2019. In particolare, secondo le previsioni dell’istituto di ricerca, i pernottamenti dovrebbero segnare ancora un -21,4% e gli arrivi un -29,6%. Effetto positivo anche sulla spesa turistica: 26 miliardi previsti, in crescita dell’11,8% rispetto al 2021.

Garavaglia: bene le presenze ma miglioreremo «Sono dati buoni quelli odierni di Demoskopika, ma sono convinto che miglioreremo ancora». Così il ministro Massimo Garavaglia commentando le stime calcolate in previsione sugli afflussi. «Già l’anno scorso avevamo visto il fenomeno della prenotazione all’ultimo secondo, ma quest’anno è ancora amplificato. Poi è aumentato anche l’effetto del digitale. Per questo dobbiamo agire su tutte le leve. Ad esempio una che non è ancora stata considerata, ma su cui stiamo lavorando, è la revisione e la semplificazione del Tax Free perché anche lo shopping è un grande veicolo di attrazione. Siamo a Milano, tra le città più visitate anche per lo shopping».
In 30 milioni andranno in vacanza : Sono quasi 30 milioni gli italiani (51% sul totale) che hanno scelto di andare in vacanza per i prossimi mesi. Nove milioni (il 16% sul totale dei connazionali) hanno già prenotato la villeggiatura, soprattutto nella fascia di età tra i 18 e i 35 anni, mentre il 35% sta pensando di programmare una vacanza per il rimanente periodo dell’anno in corso. Significativo, inoltre, il 18% che, pur manifestando interesse a partire, si dichiara attualmente indeciso. Prevale la vacanza “nazionalista”: 9 italiani su 10, pronti a fare le valigie, la trascorreranno nel Belpaese. Sul versante opposto, il 10% ha in programma di recarsi all’estero; di questi il 7% ha programmato il viaggio in una destinazione europea, mentre il rimanente 3%, opta per una vacanza internazionale. Anche in questo caso, saranno i giovani (18-35 anni) a propendere maggiormente per un viaggio oltre confine.
Guerra in Ucraina e Covid fermano i flussi
La guerra e ancora la pandemia condizionano il turismo italiano: del 31% di connazionali che ha rinunciato alla vacanza per i prossimi mesi, il 10% lo fa per timore degli effetti del conflitto in Ucraina e l’8% per il persistere del Covid e delle sue varianti. Colpisce, infine, il 13% degli italiani che non ha programmato la villeggiatura con la famiglia, dichiarando un peggioramento della condizione economica familiare rispetto allo scorso anno. Infine, per l’anno in corso, si stima l’assenza dall’Italia di oltre 300 mila turisti ucraini e russi con una riduzione di 2,4 milioni di presenze e una contrazione della spesa turistica per quasi 180 milioni di euro.
Oltre 26 miliardi euro spesa (+11,8%), Veneto in testa
Per il 2022, i flussi turistici in Italia potrebbero generare una spesa turistica pari a 26,4 miliardi di euro con una variazione in crescita dell’11,8% rispetto all’anno precedente. L’analisi per livello regionale colloca, nella sua dimensione numerica assoluta, il Veneto in testa con 5.047 milioni di euro (+12,6% rispetto al 2021), il Trentino Alto Adige con 3.570 milioni di euro (+27,1%), l’Emilia Romagna con 3.008 milioni di euro (+9,1%), la Toscana con 2.804 milioni di euro (+7,9%), la Lombardia con 2.050 milioni di euro (+10,6%). E, ancora, nella fascia di spesa turistica fino ad un miliardo di euro, la Puglia con 1.251 milioni di euro (+5,0%) e la Sardegna con 1.033 milioni di euro (+7,9%). In coda, sempre per valore assoluto della spesa turistica generata, si collocano tre sistemi territoriali: l’Umbria con 390 milioni di euro (+7,1%), la Valle d’Aosta con 154 milioni di euro (+9,4%) e, infine, la Basilicata con 150 milioni di euro (+9,1%). Saranno tutte le destinazioni regionali a registrare un andamento positivo dei flussi turistici con in testa, in termini di variazione percentuale delle presenze, Piemonte con 12,8 milioni di pernottamenti (+56,7%) e con 4,3 milioni di arrivi (+66,3%) e Trentino Alto Adige con 46,4 milioni di presenze (+53,5%) e con 11,3 milioni di arrivi (+31,8%). A seguire Campania con 11,3 milioni di presenze (+38,6%) e con 3,4 milioni di arrivi (+32,0%), Veneto con 65,5 milioni di presenze (+36,0%) e con 15,2 milioni di arrivi (+66,4%), Lombardia con 26,6 milioni di presenze (+33,5%) e con 10,1 milioni di arrivi (+48,7%).
Istat: nel 2021 recupero in città italiane
Nel 2021 recupera il turismo nelle città italiane, soprattutto nel periodo estivo». Lo rileva l’Istat specificando che il 2021 conferma la tendenza a spostarsi principalmente per piacere, svago o riposo (73,1% delle vacanze) e per visite a parenti e amici (25,5%). Infatti, ad eccezione del primo trimestre, caratterizzato dalla prevalenza dei viaggi per visite a parenti e amici, i trimestri successivi confermano le motivazioni di piacere e svago.I viaggi per visite a una città (-60% nel 2020) crescono molto per le destinazioni italiane (+39% sul 2020), ma non recuperano i livelli del 2019 (-23,5%). Tuttavia, rispetto al periodo precedente la pandemia, soltanto l’estate ha contribuito alla tenuta delle vacanze in città italiane, registrando nel trimestre luglio-settembre addirittura un incremento del 64,4% rispetto al 2019. Al contrario, le città estere sono ancora in forte crisi in ogni periodo dell'anno (-82% rispetto al 2019).Le vacanze al mare continuano a essere le preferite dai residenti (57,7% sul totale dei viaggi) raggiungendo per la prima volta una quota elevata anche per l'estero (61% dei viaggi all'estero).
Montagna e campagna stabili
Le vacanze in montagna e campagna rimangono stabili (rispettivamente 25,7% e 15,3%). Tuttavia, per le prime il parziale recupero nel secondo e quarto trimestre e l'ottima tenuta dei flussi estivi (sugli stessi livelli del 2019) non riesce a compensare le perdite della stagione invernale (-79% dei flussi rispetto al 2019). Le vacanze per praticare uno sport, più frequenti in inverno nelle località montane quasi si annullano, attestandosi ad appena il 6,1% dei viaggi nel trimestre, lontane dai livelli dello stesso periodo del 2019 (erano il 12,5%). Le restrizioni alle attività fruibili durante le vacanze e l’incertezza dovuta alla situazione sanitaria, dunque, continuano a condizionare le scelte. Ancora in forte calo (-70,8% sul 2019) le vacanze dedite esclusivamente a visite al patrimonio culturale, alla partecipazione a eventi e spettacoli e al turismo enogastronomico: per il secondo anno consecutivo rappresentano una quota molto ridotta delle vacanze (7,8%, era 16,9% nel 2019). I trattamenti di benessere, lo shopping, il volontariato, la pratica di hobby, le visite ai parchi divertimento o le vacanze svolte per assistere a eventi sportivi, per studio o formazione, vedono contrarsi ancor di più la loro quota rispetto al periodo precedente la pandemia (da 7,5% nel 2019 a 5,4% nel 2020, a 4,3% nel 2021).
Il sole 24 ore
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